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Il nucleo principale nella valle di Fraele era un tempo costituito dal borgo di San Giacomo, che, sebbene ridotto a un modesto insieme di abitazioni, conservava una rilevanza notevole in quanto caratterizzato dalla presenza della chiesa medievale di San Giacomo, documentata sin dal XIII secolo, accanto alla quale si trovava un ospizio per ospitare viandanti e pellegrini.
È probabile che il villaggio fosse abitato tutto l'anno, almeno fino all'epoca napoleonica, quando il paese fu praticamente raso al suolo e gli abitanti furono costretti a fuggire a Premadio e Pedenosso. Nella prima metà del secolo scorso, poco prima di essere sommerso dalle acque della diga, il borgo vantava ancora una caserma della guardia di finanza, una stazione postale, un'osteria e la già menzionata chiesa medievale di San Giacomo. Ma a partire dal 1950, il sito dell'antica chiesa fu sommerso, e l'ultimo segno di quella costruzione, rappresentato dal campanile che spuntava sopra il lago, scomparve nel 1953.
L’inaspettata scoperta dei resti della Chiesa di San Giacomo sulle rive del lago risale all'estate del 2022, seguita dalla campagna di scavi nell'estate del 2023, condotta dall'Università di Bergamo, il Parco Nazionale dello Stelvio, il comune di Valdidentro e la Fondazione AEM-A2A.
Le scoperte hanno sorpreso gli esperti: dal mucchio di pietre che un tempo formava la chiesa di San Giacomo è stato possibile rivelare l'intera struttura. Sotto questo cumulo, dopo oltre 50 anni sommersi, sono stati trovati i muri, uno dei quali (il muro a nord) è ancora intatto fino a un'altezza di 1,60 metri. Sono riemersi frammenti crollati, pavimenti e persino tracce di affreschi del presbiterio, nascosti sotto l'intonaco e riportati alla luce dall'acqua.
Studiando la pianta perimetrale e i materiali emergenti, si è ipotizzata una ricostruzione storica dell'edificio: i muri della navata sono i più antichi (risalenti all'XI-XII secolo), seguiti dall'abside e dal campanile del Rinascimento, contemporanei ai contrafforti esterni. Successivamente fu aggiunto un avancorpo, chiamato "atrio". È stata scoperta anche una soglia di legno nell'abside, confermando l'esistenza di un pavimento sopraelevato.
Questi ritrovamenti eccezionali e le scoperte dei minuziosi scavi sono fondamentali soprattutto per il significato che portano: restituire dignità a un patrimonio troppo presto dimenticato, riscoprire il valore storico di una valle che per secoli ha rappresentato un punto nodale in Europa e ridare consapevolezza al territorio e alla sua gente.
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